Come diagnosticare amiloidosi cardiaca?
Spesso viene sospettata dopo esami cardiaci di routine (elettrocardiogramma, ecocardiogramma). La conferma della diagnosi richiede esami più specifici: risonanza magnetica cardiaca, scintigrafia con traccianti ossei, biopsia cardiaca, test genetici.
Cosa deve fare maggiormente sospettare una amiloidosi cardiaca?
L’ecocardiografia è il principale esame strumentale per la diagnosi non invasiva di amiloidosi cardiaca.
Quali esami per amiloidosi?
La diagnosi è con biopsia; il tipo di amiloidosi è determinato da una serie di test immunologici, genetici e biochimici. La spettrometria di massa è il metodo più sensibile e specifico per la tipizzazione dell’amiloide.
Quali sono i sintomi di amiloidosi?
L’amiloidosi può potenzialmente causare i seguenti sintomi: debolezza, significativa perdita di peso, ritenzione di liquidi con edema (conseguenza di insufficienza cardiaca o di sindrome nefrosica), anomalie del ritmo cardiaco (aritmie), vertigini, mancanza di respiro, parestesie delle dita delle mani e dei piedi.
Quale specialista cura l amiloidosi?
Il centro di eccellenza ideale per l’amiloidosi Partendo da un nucleo fondamentale composto da cardiologo, neurologo, internista, genetista ed ematologo, a cui aggiungere psicologo riabilitatore e nutrizionista quando possibile.
Quanti tipi di amiloidosi ci sono?
Attualmente, si conoscono circa 30 tipologie di amiloidosi, ereditarie o meno, classificate in base ai segni clinici e alle caratteristiche biochimiche della sostanza amiloide coinvolta.
Cosa provoca amiloidosi?
L’amiloidosi più comune è quella cosiddetta primaria. Si verifica quando un’anomalia nelle cellule plasmatiche presenti nel midollo osseo (il tessuto spugnoso al centro di alcune ossa) causa un’eccessiva produzione di proteine chiamate catene leggere.